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Malasanità, venticinquenne morta dopo tre ricoveri

Carmela Uliano potrebbe essere morta a causa della setticemia

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Si è spenta a soli 25 anni Carmela Uliano originaria di Vico Equense e residente a Castellammare.  Lo scorso mese di Marzo la ragazza è stata operata d’urgenza alla clinica Montevergine di Mercogliano, in provincia di Avellino, per una disfunzione riscontrata ad una valvola cardiaca. “Intervento riuscito” e trasferimento  alla clinica “Maugieri” di Telese Terme per procedere con la riabilitazione cardiologica.  Da lì per la giovane è iniziato il calvario colta da un attacco ischemico le sue condizioni si sono aggravate.E’ stato così che dalla clinica di Montevergine la giovane è stata trasferita al “Rummo” di Benevento dove è arrivata in stato di choc settico e in condizioni giudicate irreversibili.

Nel tardo pomeriggio di martedì Carmela ha smesso di vivere.Allertate le forze dell’ordine dai familiari per la ragazza  è stata disposta l’autopsia.


Cronaca

Castellammare, raffiche di vento forte mettono in ginocchio la città

Crollo a via Privati. Frazione isolata

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Si contano i danni in queste ore causati dalle raffiche di vento forte che hanno soffiato su Castellammare.Via Rispoli chiusa al traffico a causa della caduta di calcinacci così come Vico Bonucci .

In via Raiola è invece crollato un muro di recinzione.Danni sul lungomare.La protezione civile aveva dato allerta meteo per venti forti .Danni si registrano anche in periferia a via Privati nella zona alta della città un crollo ha costretto a chiudere la strada isolando di fatto la frazione .


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Attualità

Si alza il sipario sulla mostra “Essere donna a Pompei”

Appuntamento fino al 31 gennaio 2026 alla Palestra Grande di Pompei

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Essere donna: un’affermazione, ma anche un interrogativo che trova risposte diverse a seconda del momento e del contesto, non da meno nell’antica Pompei.La scoperta delle condizioni di vita delle donne e bambine, dei numerosi aspetti della vita quotidiana e della posizione che esse occupavano nella casa e nella società romana e ancor più in una città campana quale Pompei, è il filo conduttore della mostra “Essere donna nell’antica Pompei” – dal 16 aprile 2025 al 31 gennaio 2026 presso la Palestra grande degli scavi – a cura di Francesca Ghedini e Monica Salvadori e in collaborazione con le Università di Padova, Salerno e Verona.Con il suo straordinario stato di conservazione Pompei si pone come osservatorio privilegiato.La documentazione emersa nel corso dei quasi tre secoli di scavi è preziosa per analizzare il ruolo della donna nella società romana, argomento che in altri contesti sfugge a causa della esiguità delle testimonianze.

Ma soprattutto a Pompei si può cogliere la presenza non solo di coloro che appartenevano ai vertici della società, ma anche di quella folla indistinta di persone “comuni” a cui è stata dedicata la precedente mostra “L’altra Pompei”, con la quale l’attuale esposizione si pone in continuità.Un percorso di 8 sezioni nel quale attraverso affreschi, ritratti privati e funerari, graffiti, iscrizioni ed oggetti d’uso sono documentate le diverse categorie femminili: matrone, liberte, schiave; nelle varie fasi della vita: nascita, infanzia, matrimonio, maternità, morte; e nei diversi ruoli che svolgevano nella società: dalle attività di grande rilievo sociale, economico, religioso, in cui erano impegnate le matrone di alto lignaggio e le liberte arricchite, ai mestieri di ogni genere esercitati da libere e schiave (filatrici e tessitrici, ostesse, venditrici, panificatrici, mediche, fattucchiere, prostitute ecc.).Nella prima sala il pubblico è accolto da nomi e volti di donne, come per dare voce alla loro individualità.Inizia, poi, il racconto che illustra, grazie al supporto di eccezionali testimonianze materiali – statue, affreschi, iscrizioni, graffiti e manufatti d’ogni genere – le donne di Pompei.

Nelle prime sale sono illustrati gli aspetti principali della vita privata, che per una matrona comprendeva la gestione delle attività domestiche e il rapporto con la servitù, ma anche l’educazione dei figli, la cura del proprio corpo e le attività svolte nel tempo libero.Ampio spazio è poi riservato alla vita pubblica e lavorativa delle donne.Si stima cha a Pompei lavoravano fino a 100 donne nella prostituzione, molte costrette perché in schiavitù, ma non tutte.Le donne di si occupavano anche di attività di grande prestigio, con importanti ricadute sociali, come emerge nella sala dedicata alle imprenditrici ed evergeti dove sono raccontati ritratti di donne che hanno segnato il loro tempo, inaugurato nuove attività, cambiato il volto della città.

Le ultime tracce del loro passaggio nella vita terrena si colgono invece nelle necropoli, dove monumenti funerari, iscrizioni e corredi restituiscono il ricordo di alcune di loro.Il percorso si chiude con un salto nella contemporaneità che da un lato presenta i profili di alcune figure di donne che hanno dato il loro contributo alla scoperta e alla conoscenza di Pompei (Carolina Bonaparte, Wilhelmina Jashemski, Tatiana Warsher, Olga Elia), dall’altro offre ai visitatori una selezione di spezzoni cinematografici dedicati all’immagine femminile, tratti dal grande cinema d’ambientazione ispirato all’antichità romana e in particolare a Pompei.Il contesto del Parco Archeologico di Pompei permette poi di ampliare l’esperienza della mostra, trasformandola in una vera e propria visita tematica.Il percorso espositivo, infatti, non si esaurisce all’interno della Palestra Grande, ma propone collegamenti con una serie di edifici significativi per comprendere la condizione femminile all’interno del sito archeologico.

Questi edifici segnalati lungo il percorso espositivo, permettono di creare un’esperienza immersiva e interattiva per i visitatori.Ulteriore elemento immersivo è dato dall’integrazione di podcast tematici disponibili sull’ app MyPompeii, che raccontano storie di diverse donne realmente vissute nella città di Pompei
È possibile approfondire la storia di 8 donne e dunque incontrare Flavia Agatea ed Eumachia presso le tombe a Porta Nocera; di nuovo Eumachia presso l’omonimo edificio nel Foro; Mamia e Nevoleia Tyche presso le tombe a Porta Ercolano; Asellina al Termopolio di Asellina; Giulia Felice nei Praedia di Giulia Felice; Eutychis nel quartiere servile della Casa dei Vettii; Amaryllis presso la Casa di Marco Terenzio Eudosso. È inoltre visibile la ricostruzione di un telaio verticale, legato ad una delle attività femminili per eccellenza, nella Casa della Venere in Conchiglia.L’obiettivo finale è quello di creare un’esperienza culturale completa, che unisca il passato e il presente in una riflessione critica sul ruolo delle donne, offrendo strumenti di comprensione non solo storica, ma anche attuale.Maggiori info su: https://pompeiisites.org/mostre/essere-donna-nellantica-pompei/
A partire dal mese di settembre inoltre, durante le aperture serali straordinarie – nell’ambito del progetto di valorizzazione ESOPOP – si terranno una serie di letture e performance artistiche dedicate alle Donne protagoniste della mostra.

La rassegna è prodotta da Casa del Contemporaneo, testi e regia a cura di Fabio Cocifoglia e Rosario Sparno


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Castellammare, una Pasqua di sorrisi per i bimbi di Savorito e Moscarella

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Questa mattina, presso l’Istituto Comprensivo 5 “Karol Wojtyla”, i quartieri Savorito e Moscarella si sono riempiti di sorrisi grazie all’iniziativa promossa dall’Associazione Giovani Stabiesi e dall’Associazione L’Isola dei Ragazzi, che hanno regalato un momento di gioia e leggerezza a tutti i bambini e studenti della scuola.In occasione delle festività pasquali, sono state distribuite uova di Pasqua a tutti i bambini, accompagnate da una coloratissima animazione con le mascotte, che hanno portato entusiasmo, allegria e un pizzico di magia tra i più piccoli.Fondamentale è stato il contributo delle mamme del quartiere, che con la loro immancabile creatività e disponibilità hanno collaborato attivamente, rendendo l’iniziativa ancora più speciale e sentita da tutta la comunità scolastica.

«Questa giornata è la dimostrazione di quanto la collaborazione tra associazioni, scuola e famiglie possa generare bellezza e speranza – dichiara Antonio Sessa, presidente dell’Associazione Giovani Stabiesi –.Regalare un sorriso ai bambini è il modo migliore per costruire una comunità unita, solidale e attenta ai più piccoli».

L’iniziativa si inserisce all’interno di un percorso più ampio di rigenerazione sociale e partecipazione attiva che le due associazioni stanno portando avanti con passione nei quartieri periferici di Castellammare di Stabia.


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